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Descrizione

La Grotta di Bossea costituisce il settore terminale di una grande sistema carsico che si sviluppa nello spartiacque Maudagna-Corsaglia, fra la Conca di Prato Nevoso ed il torrente Corsaglia, nel Comune di Frabosa Soprana provincia di Cuneo a 836 m. di quota; fra le più belle ed importanti grotte turistiche italiane per varietà di concrezioni, grandiosità di ambienti ricchezza di acqua e laghi sotterranei.

Aspetti assai suggestivi caratterizzano la parte turistica della cavità, creando effetti scenografici di grande attrattiva estetica ed ambientale. Le imponenti dimensioni, le altezze vertiginose, le pareti a strapiombo, i vasti soffitti intagliati a spigoli vivi, i dirupi, gli anfratti, i macigni ciclopici precipitati dall alto ne costituiscono gli aspetti prevalenti.

Queste morfologie aspre e scoscese si alternano con un ricchissimo concrezionamento calcareo, formante ora colate imponenti, enormi stalagmiti o poderose colonne, ora stalattiti, trine e panneggi di grande finezza e preziosità. Il torrente sotterraneo forma ora rapide tumultuose e fragorose cascate, ora laghi tranquilli e cristallini racchiusi fra pittoresche sponde rocciose e concrezionali; copiose percolazioni creano molteplici giochi di acqua arricchendo la grotta di stillicidi, spruzzi, rivoli, fontanelle e veli liquidi che si raccolgono talora in bellissimi stagni e vaschette.

Esplorata nel 1840, illuminata e attrezzata per le visite, si estende per oltre 2 Km, con un dislivello di oltre 200 m. Nel salone del tempio è esposto lo scheletro completo di un ursus speleo che popolò le grotte del cuneese fino a 15 mila anni fa.

La GROTTA è aperta tutti i giorni tranne il 25 dicembre ed il primo gennaio

ANIMA MUNDI
Perche il monte si aprisse, concedendosi al fervore curioso e timorato dei tanti valligiani;perche il suo genio finalmente sciolto cominciasse a volare,possente e leggero sull onda della fama;perche l una e l altra cosa si compisse, tocco aspettare: l acume intraprendente di un solerte fornacaio.Personaggio certamente d eccezione, una sorta di Aladino dell era industriale; per quanto ne sappiamo di logica pacata e persuadente, siccome avvezzo all impasto della calce, presumiamo di caparbia ed aggregante volonta. Raccolse,costui,e porto a frutto un istanza collettiva, rincuoro, crediamo molte volte i suoi compagni, guidandoli all approdo ormai maturo di un immemore intuizione.Giacche, per l ovvia proiezione trascendente dei fatti e delle cose, e da lungi per davvero, l uomo dedusse che in tanta montagna cosi strana, rinchiuso dall origine del mondo, covasse uno spirito assaiparticolare. Di piu! Lui lo avvertiva: nel soffio raggelante della terra, nel fremere di un manto vegetale distintivo, lo vedeva bollire, nell improvvisa ed irosa scaturigine dell acqua, il florilegio violento di tempeste sepolcrali. Lo sapeva albergare gli anfratti, le forme sinistre e curiose, erosive, i covi tenebrosi e profondi che ispirano il nome di Bossea nel suo lontano senso di posto delle tane.
Questo fianco di valle, dominio di Lemuri e Folletti, fatui, nelle notti luminose, questo fronte spazzato da valanghe secolari, tesseva nei racconti il suo carisma, sospeso fra concreto e irrazionale, e quand anche il suo mistero fu violato, non per questo muto la sua sostanza. Anzi! Fu possibile ritrarne del nuovo e ancora piu fertile argomento. Perche varcando la soglia di un altra dimensione ciascuno pote riconoscere in se la duplicita di un essenza intimamente accudita; intraducibile forse, sino ad allora, e finalmente chiarita. Ciascuno a suo modo insomma, si raccolse silenzioso e s inchino: di fronte al divino immanente della montagna; sacra nella sostanza, perche" ti consente di raggiungere il cielo e toccare al contempo le radici del mondo". E questo accadde, un giorno a Bossea, che gli uomini entrassero in grotta togliendo il cappello come fossero in chiesa e che sul tetto del Tempio sepolto, pecore e capre continuassero tranquille nel brucare, armate soltanto dei loro collari. Strumenti catalitici e attuattori, fitti di simboli ermetici e antichi, capaci di attrarre fortuna ed abbattere il male. Ed e propio a questo, che occorre guardare, al continuo oscillare tra il magico ed il sacro, fra il mito ed il reale. Perche soltanto inquadrata nei disegni di una simile temperie culturale e possibile gustare a fondo la sonorita della grotta madre, comprenderne valenza e suggestine, apprezzando uno spartito che fresco ed incessante vibra nel ventre della Grotta Bossea; ricco di toni, incredibilmente ricco! di orizzonti diversi e sfumature.

LA DANZA DELLE VOCI
Il pendolarismo esistenziale, nel suo moto alternato fra dimensioni soltanto in apparenza contrastanti, ha saputo fonderle e legarle, perfettamente coerenti, nell intreccio di storia ed invenzione. Ando gemmando cosi l immaginario alpino, intessendo la trama di un costrutto affascinante, di semplice lirismo, ma di apporti sorprendenti e notevole spessore. Un corpus, destinato ad incontrare proprio in grotta, spaventoso e confortante, il mormorio di attestazione. Fatalmente, a quel contatto, scoccarono scintille mai sopite, "capaci d inforcare le immagini dormienti, nel gelo delle forre e dei valloni".L acciarino dei ricordi sprizzo luce, riaccese una lanterna di episodi e attingendo a quella polla rinnovata, l antica leggenda del buon carbonaio, riassorbi intatto il suo gotico vigore. Sorvegliava costui la sua catasta, nel parossismo mugghiante di un cielo tempestoso, quando accadde alla terra di aprirsi sotto l acqua e a lui di scivolare: nel regno della notte, del buio eterno e dell eco senza fonti e misteriosa. Poco a poco, calmato il suo indicibile terrore, scorse come un alba diafana ed afflitta, come un tenue vapore, diffuso e lunare, tralucente dal niveo incarnato di tristissime figure. Di uomini e di donne, fisse nel freddo e solcate da un pianto silenzioso. Soffrendo il contrappasso degli avari, negando in vita la carita fraterna, sostavano adesso sospese senza tempo, nel fondo di un autunno senza fine. Eternamente straziate, da visioni di tavole in trionfo ed imbandite, dall accendersi vagante del tiepido miraggio degli altari; dedicati al pensabile conforto, tanto intangibile quanto agognato. "Prega per noi- gli disse in un sussurro una fanciulla- prometti di chiedere su noi misericordia, e ti diro come tornare, agli affetti e alla tua casa". Lui promise e si salvo;rinascendo nel mondo dei vivi, trasmettendo il valore di un gesto ospitale per cui, giustamente, le borgate andranno fiere. Della sorte toccata alla fanciulla non sappiamo, ma di arcane presenze nella grotta, sublimate in sola voce si parlava. Mormorii improvvisi e indecifrati, come piccoli sciami corali galleggianti, che indussero i turisti degli albori a stringere piu forte i loro lumi. Lasciando cadere anch essi silenziosa, tra i massi e le pareti, leggera come piuma, l ennesima preghiera.

MIRABILIA BOSSEA
Irrompe, la sua potenza suggestiva, sebbene soltanto accennata. Nulla e descritto, ma nel duplice significato di salvezza e perdizione, di bene generoso e di massimo male, la grotta, non per caso, compare nel racconto. Le sue coordinate segnano infatti un passaggio di catarsi e redenzione, e questo puo bastare, per chiarire quale fertile spora l ambiente ipogeo possa innestare, nel campo della sfera emozionale, del sentimento, e dei moti ancestrali dell umano sentire. D altronde per l uomo, la grotta e stata il suo santuario e la sua casa, la meta di un attenta posta all orso, di un tesissimo confronto, non di rado di una tranquilla sepoltura. Ed oggi, in un mondo conosciuto, puo assurgere ad emblema dell ultima frontiera; forse la sola, insieme con gli abissi, capace di smorzare almeno in parte l innata spinta, il "prepotente" istinto esploratore. E dunque un icona, trdimenzionale, che esprime in se l invito e il monito d appresso, l esortazione insieme e il freno nell osare. Tante opposte valenze quindi, e tanti toni. Tante diverse funzioni il cui ricordo resta, attivano i sensi, suggerendo percezioni trascendenti e non sempre definite, e se la cassa armonica in cui tutto si raccorda e poi risuona e quella di Bossea, la fascinazione puo assumere allora forme veramente travolgenti ed insperate. Mirabile grotta, insomma, fronte di conoscenza, generosa sorgente di gratitudine, d apprima trepidante e poi sorpresa. Bolgia Dantesca, Palazzo Ariosteo, Geoplastica del Caos, Cattedrale Moresca; piu o meno genuine, spesso derivate, sono queste, le immagini evocate dai poeti. Perche emerga, nel lirico trasporto, il senso di un incredulo stupore, per rendere il moto di franca meraviglia, lo stesso, che gioca ancora oggi un proprio ruolo, quotidiano e basilare. Nel disporre curiose ed ammirate le persone, visto che fuori la grandezza non genera presagi; visto che poco, di un idea di grotta comune e radicata, viene a coincidere con tanto spettacolo di roccia e di volumi, di suoni profondi e di purissime atmosfere.

LA MOLTEPLICE UNITA
L interpretazione umanistica, descrivendo il sistema sul piano emozionale, alimenta e spiega una matrice di reazioni che pur se fiorite da ceppi comuni, si producono corolle fortemente soggettive; sempre cangianti ed assai ricche, mai del tutto esaurite, nella generale concordanza della definizione. Ma scegliere soltanto quest approccio e fortemente riduttivo, come lo sarebbe d altronde il selezionare soltanto una gamma limitata di colori, fra tutti quelli rifatti da un prisma multiforme e sfaccettato. Lo spettro cognitivo e infatti molto vasto, a guisa di un ampio ventaglio, di gradazioni e di limiti in osmosi. Ma il fluire di materia da un contesto all altro, cosi come l artificio dei confini, naturalmente posti ad ordinare il tutto, si riconduce poi, e si esaurisce, in un unica fonte, che sta proprio nella ricomposta organicita di regole e rapporti. E in un simile contesto, la tradizione storiografica-letteraria illustra un percorso ideale: dall affabulazione dei primordi al dato della scienza; nella certezza concreta della sua valutazione. Venuta sondando l enigma e articolando il sapere, sul metro deduttivo dei molteplici settori. Il dato fisico-chimico, quello della vita, l assetto geologico, il problema statico e la questione degli orsi, fregiano le piste di ricerca e prevenzione, segnano altrettante vocazioni, raccolte dall espressione speleologica nel suo senso piu completo; come decisiva esperienza unificante, coordinatrice e formativa. Capace di educare all attenzione, e di trasferire sul pubblico la piu felice sintesi, fra discipila e immagnifico esercizio, tra sentimento e purezza concettuale.

IL MANTO DELLA REGINA
Per cogliere appieno l imponenza del quadrante ambientale in cui la grotta e inserita, basta spostarsi un poco a monte, in direzione di Fontane; oppure salire per un tratto lungo la strada, che taglia il versante opposto alla soglia di Bossea. Tutto l insieme, compresi i faggi, che sui fianchi in ombra scendono a lambire gli specchi del Corsaglia, compone un quadro decisamente alpestre, nonostante la quota modesta, tipico di altezze ben maggiori. La panoramica va letta come il composito indice di un assetto climatico severo, gravido di carichi invernali fortissimi, che su queste balze poderose hanno sempre impedito la stanzialita dell uomo, oltre i 1000 m. sul livello del mare. In ambedue le prospettive suggerite, il profilo verticale e accentuato dai larici: piante pioniere comuni all alta valle e qui introdotte, per fermare la corsa repulsiva delle nevi, ma segnando l inconsapevole accenno a un endemismo cresciuto in forme talora eccezzionali, e senza alcun riscontro, tranne il bacino del Tanaro, nell intero settore delle Alpi Liguri o Marittime Meridionali. Vivendo in primavera e autunno la stagione cromatica migliore, le conifere segnano un bellissimo contrasto con i toni del calcare;nei cui banchi si aprono i varchi, improvvisi e numerosi, Semplici anfratti o avanzi di condotti, solchi e fessure, pozzi insidiosi ai pascoli, diffusi fenomici carsici di superficie, spesso testimoni silenti e cariati della Paleobossea e consacrati nel tempo a ricetti di leggenda e di mistero. Spiccano fra questi il Buco della Roina e quello dei Soldati. Nel primo caso almeno, l analogia del suono ci ridesta ed un mito provenzale; il mito della Reino, Giovanna d Angio, sovrana carissima, volubile ed amata. Figura trecentesca, sospesa fra la storia ed un antica tradizione. Tutte le valli infatti, tra Piemonte e Provenza, l hanno vista transitare, lievitando sorgenti al tocco del suo piede, seminando di corolle i versanti, al passaggio del suo manto regale. Forse qui sosto insieme alla scorta, inserendo nel gia duro realismo la sua benedizione. Un consolante miracolo certamente bello, araldico e leggero. Un dono destinato a rinnovarsi: la fioritura a maggio, che ricama il velluto del muschio, che ravviva ogni minima zolla, nel dominio d intorno Bossea.

E ADESSO ANDIAMO AD INIZIARE....
CORRIDOIO D INGRESSO
11o metri di galleria suborizzontale, un lungo percorso di penetrazione che si snoda, raccolto e silenzioso, nell elissoide di un letto gia scavato dal torrente. L ambiente fossile e di proporzioni limitate appare ingentilito, in molte delle sue anse, da un delicato arazo di muschi e felci, tenere e brillanti. E il miracolo della luce; che introdotta per consentire il viaggio ha permesso alla flora di attecchire. In questa foto si nota l insieme cromatico che il verde disegna sul calcare e in primo piano lo stumento adottato per campionare uno stillicidio di infiltrazioni.

SALA DELLE FRANE O DELLE ROVINE
Debutta cosi la grotta grande. Superata l angustia del corridoio, passata la bocca del forno, si allarga un fantastico regno, dove lo straordinario e il quotidiano si vanno ad allacciare. E Bossea che si accende ed esplode, insieme alla sua voce fragorosa. Sonoro e visivo ad un tempo, l originalissimo connubio annuncia la potenza del sistema e svela il suo sviluppo verticale. 116 metri di dislivello, l equivalente sotterraneo di un palazzo di 40 piani, tanto, bisognera affrontare per venirne a capo; toccando lo scrigno del lago dedicato ad Ernestina e al sommo dell erta la grande cascata. La tormentata parete di fondo vedde il suo carattere accentuato, dalla adesione plastica delle forme concrezionali. Cenci preziosi e delicati panneggi, giocati sui toni del giallo e dell ocra, crescono esaltandone gli oggetti e la struttura. Dorata dagli ossidi del ferro, la gentilezza delle colate e delle stalattiti, qui si piega all incombente esigenza della severita. In fondo scorre il fiume Anima liquida e fonte della vita. Con portate varianti fra i 50 e i 150 l/s, un enorme quantita d acqua precipita a valle. Precipita e lavora. Si calcola che annualmente il torrente ipogeo ne convogli almeno 5 milioni di mc; per un totale approssimato di 750/800 tonnellate di roccia fluitate ogni anno all esterno del sistema. E questa l altissima resa di un imponente esercizio, di corrosione chimica prima ed erosione meccanica poi. Dunque Bossea, laboratorio sotterraneo e colossale che ancora oggi funziona a pieno ritmo, si presenta come una vera e propria grotta vivente; in cui tutti i processi speleogenetici risultano contemporanei alla nostra esperienza, perfettamente osservabili ed attivi.

SALA DEL TEMPIO
La struttura del soffitto, il cosidetto velario, si dispiega in un ciclopico disegno. Luminoso ed affrescato; splendido! Nella drastica e chiara scansione dei piani di taglio. Ma qui la volta scende a toccare il pavimento; siamo ad un angolo estremo, la periferica stretta di un luogo di intense emozioni. Perche tra l ammasso dei blocchi caduti e l altissimo cielo, complementari di incastri e volumi, si esprime un insieme altamente drammatico e teso. Sorge immediata la questione dei crolli: ingenti, biblici, fondamentali, chiaramente evocati, grazie ai quali la grotta e stata scolpita d imperio e senza risparmio; nel profilo dei tratti e nel sorprendente respiro delle sue dimensioni. L obbiettivo ha fissato un messaggio di classicita. Sullo sfondo si nota l attacco dell arco maggiore e in primissimo piano le stalagmiti. Delimitanti una specie di piccolo pronao, per il quale si accede alla soglia superiore. Punto panoramico di amplissimo orizzonte, un abbraccio globale sull enorme salone. Sul mare roccioso in tempesta, secondo un antica lettura, che ispirandosi al libro della Genesi imputava le trasformazioni della crosta terrestre, e i mutamenti dei suoi piu remoti recessi, ad ogni sorta di cataclisma travolgente ed improvviso; sempre agitato da un vento divino.

SALA DELLE MERAVIGLIE
Espressione tipica di quella potenza che distingue il concrezionamento di Bossea, complessa ed articolata, estesa ed in espanzione, la grande colata scende al fiume. Tende ad una vena di tutto rispetto; la cui lunghezza, origine compresa, dovrebbe stare fra i 15 e i 20 km. di percorso interamente sotterraneo. Lo possiamo affermare grazie alle colorazioni esterne, con cui si e definita benissimo l area di alimentazione. Ma i primi a muoversi su questa strada, subito dopo le grandi aspirazioni, furono proprio i valliggiani. Tentarono di capire il segreto di una fonte che non cessava mai, lo fecero gettando la crusca nei torrenti dell alta valle sperando di ritrovarla qui; non ci riuscirono, ma l idea era quella giusta.

SALA GIOVANNI GARELLI
Solenne, austera, impressionante. Si tento invano, cosi dicono le cronache, di misurarla al passo dei maggiori teatri. Il San Carlo di Napoli, il Regio a Torino, la Scala; nessuno reggeva il confronto, 150 m. di lunghezza, quasi 60 nel taglio di massima larghezza, un altezza media che tende ai 50, l enorme spazio basilicale continua a stupire e a soggiogare. L immagine catturata intorno ai 900 m. sul livello del mare, privilegia in profondita prospettica l orizzonte piu lontano ed elevato; con le roccie della volta, che montate negli archi di campata davvero strepitosa, e dall altodei loro 180-200 milioni d anni, dominano il fianco, clastico ed alpestre del Calvario. Lo scorcio e opposto a quello precedente. Dedicato a Quintino Sella s impone la Torre con l abito d oro; in basso, quasi prostata ai suoi piedi, la stalagmite caduta. Due particolari simili per natura, ma che hanno sperimentato un destino differente. Due simboli, di ricostruzione e di demolizione; la coppia di forze antagoniste in campo qui a Bossea. Da notare, in alto del quadrante da sinistra, l apertura triangolare:la traccia rimasta di un vecchio livello del fiume. Proprio il suo continuo scavare e il filo conduttore che accompagna da sempre la storia della grotta e che, ormai aggredendo i materiali di fondo, la seguira governandola ancora.L aspra imponenza della parete nord incombe piegata sull osservatore. Piu vicine, invece, le forme dolci ed arrotondate, dal cromatismo piu caldo ed uniforme, per le quali si snodano i passi del nuovo sentiero. Massi saldati e rivestiti di calcare, profili modellati, uno splendido crostone cesellato; verso l attacco, prfettamente perpendicolare, dalla parete di sud-est. A questo punto, con il percorso di ritorno gia avviato, ed a quasi un ora e mezza dall ingresso, ci si affaccia ad un vuoto difficilmente stimabile, ma certo sull ordine, realistico pur se indicativo, di 40/45 mila metri cubi.

LA CASCATA
Dedicato in sua presenza, a colei che sposo il senatore Garelli, il lago di Ernestina ne raccoglie il getto; scaturito 10 m. piu in alto. Agevole dunque il confronto nella foto d insieme, per valutare lo sviluppo verticale della forza sovrastante. Lineare e profonda incisione del torrente: la porta del ramo superiore. Qui si chiude l orizzonte turistico, a 952 m.di quota corre un invisibile frontiera. Soltanto i tecnici, gli speleologi, i ricercatori: soltanto loro, la possono varcare; con la luce di una fiamma sopra il casco, proiettata nella notte del dominio esplorativo. Panorama piu completo e profondo, della gotica appendice terminale. Una sorte di grande cappella; ornata ed ogivale. Il tronco della guglia Giuseppina per dimensioni, dopo la Torre e la stalagmite caduta, e il terzo piu corposo monumento verticale.

IL BALDACCHINO
La cascata e ormai lontana. Le luci su di lei sono spente, adesso e prossima l uscita, per l ultimo tratto in comune, nel punto d incontro fra il sentiero originario ottocentesco ed il nuovo sdoppiamento di discesa.La dinamica di questo distretto consente una chiave di riassunto e di lettura. Vede Bosea che veicola un idea di potenza e di forza; mentre al contempo si va a fondare su equilibri estremamente delicati. E questa, la tensione che anima il paesaggio; un paesaggio che al tratto gentile concede molto poco. Scorci, momenti, importanti episodi, ma senza indulgere mai ad una cifra ben che sorprendente, monumentale, personalissima e imperiosa.

AMARCORD
A QUINTINO SELLA
Deputato al Parlamento.
L austera bellezza delle Alpi nostre; i tesori di minerali utili e di elenganti forme cristalline che si ritraggono dallle viscere dei monti; la storia di loro formazione e dei cambiamenti che in essi avvennero attraverso i secoli, e tuttora continuano per lento irresistibile lavorio, hanno trovato in Voi un alpinista appassionato, che sa comprendere tutto l incanto, ed un geologo meritamente celebre, che da vero Linceo sa scrutarne i piu astrusi segreti.
Quindi mi e sembrato che di altro nome non possa meglio adornarsi questa Guida, nella quale in poche pagine si ricordano le cose piu notevoli che l alpinista e lo studioso possono aver interesse di visitare, intanto che percorrono una delle regioni piu pittoresche fra quante se ne incontrano sul versante settentrionale delle Alpi Marittime.
Che se un giorno l accresciuta fama della caverna ossifera di Bossea, il dolce clima estivo ed il reiterato invito Vi decidaranno a fare una escursione sulle Alpi di Mondovi, Voi promotore solerte del risorgimento industriale ed economico della Nazione, proverete un intima compiacenza nel visitare un paese che, somigliante al vostro per naturali condizioni e per svegliatezza di abitatori, si studa di seguirne il nobile esempio nel campo delle industrie e delle arti.
Mondovi, 1 luglio 1880
Vostro affezionatissimo collega
GIOVANNI GARELLI

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